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"Niente, se non con la gioia"

Le Laminarie a Palermo

L'Associazione Laminarie, che trae il proprio nome da un'alga in estinzione utilizzata in ostetricia per dilatare il collo dell'utero e favorire pertanto la nascita, sta dando un'ulteriore prova di rifondazione coraggiosa del linguaggio teatrale con “Eudemonica. Stratagemmi 1 e 2" in scena ai cantieri Culturali alla Zisa di Palermo fino al 9 maggio.
Tappe di un "progetto triennale di ricerca della felicità", gli Stratagemmi svelano un itinerario volto all'acquisizione dell'agio interioree costituiscono vere e proprie strategie che mirano all’accoglienza della serenità d'animo, così com’è concepita da Schopenhauer in quel piccolo trattato che è l'Arte di essere felici (ed. it. a cura di F.Volpi, Adelphi, 1997). Ma come dar sostanza al desiderio di trattenere in sé la serenità, al desiderio di vivere con un demone buono? Occorre innanzi tutto - ci suggerisce il teatro sperimentale delle Laminarie – sottrarsi ai linguaggi costituiti, ripartire da zero, rifondare il linguaggio e al contempo ritrarsi e attraverso la disciplina acconsentire a quello "stato di vuoto" che libera dalle illusioni e lascia affiorare la vera realtà dell'umano e di ciò che ci circonda. La "ricerca della felicità" interseca così le teorie dell'attore e regista Louis Jouvet e la sua lettura degli scritti raccolti in Attente de Dieu di Simone Weil, la pensatrice che seppe coniugare attenzione e vuoto in una "filosofia in atto e pratica".
Lo Stratagemma n.1, prodotto a Bologna, riduce all'essenzialità il linguaggio teatrale e mostra gli esiti del lavoro dell'attore Febo Del Zozzo, che è anche il regista dell'opera, nel suo rapporto con lo spazio scenico riguardo alla possibilità di dominare le proprie pulsioni istintuali e trattenere dentro di sé, all'interno del corpo, il fragile filo della concentrazione. Lo Stratagemma n.2, reso possibile grazie alla collaborazione degli assessorati alla cultura delle città di Palermo e di Bologna, è frutto di un'attività laboratoriale di due mesi che ha coinvolto giovani apprendisti attori palermitani - sulla scena Tiziana Cuticchio, Gaetano Cusimano, Tatiana Giannilivigni e Calogero Puleo - nel gioco in situazione di esercizi drammatici finalizzati alla conoscenza del corpo e della voce fino all'assunzione di responsabilità, al distacco da sé e al dosaggio delle intensità, con risultati di buon livello quanto a consapevolezza di essere corpi in uno spazio scenico e percezione degli spettatori. A fare da ponte tra il primo e il secondo Stratagemma uniti spazialmente in senso orizzontale è una sospensione materializzata in un corpo di attrice, Tania de Cesare, distesa su un asse che mette in relazione l'alto e il basso e sposta anche in senso fisico la prospettiva traducendo la ricerca di vuoto in “stato di bellezza”.
Trattandosi di work in progress, gli spettatori vedranno la successione degli stratagemmi a ritroso in una struttura scenografica che conduce di sipario in sipario dall'ultimo spazio scenico fino a quello costruito cronologicamente per primo. Il tempo sulla scena è scandito da suoni prossimi alla melodia, alla narrazione, come ad esempio le voci registrate nei mercati palermitani, e da rumori, gesti, voci parole e silenzi. Tutto il lavoro è sorretto dalle interferenze di Bruna Gambarelli, occhio-orecchio-cuore dall'esterno all'interno dello spazio scenico, in una vera e propria sperimentazione della via all'attenzione.
Il desiderio di crescita autonoma che aveva spinto Febo Del Zozzo e Bruna Gambarelli a separarsi dalla rinomata famiglia "Raffaello Sanzio" e a creare la propria piccola famiglia nell'ambito del teatro sperimentale continua a dare prove sempre più convincenti: dall'esperienza con i bambini nelle scuole al teatro per non bambini - notevoli "Tu, misura assoluta di tutte le cose", "Prometej" nato da un laboratorio svoltosi a Mostar con giovani attori del luogo e "Poema della forza" – in una ricerca che richiede al pubblico, energia e attenzione autentica.

Maria Concetta Sala

Palermo, 7 Maggio 1999

Maria Concetta Sala ha curato l'edizione italiana delle "Lezioni di filosofia" di Simone Weil (Adelphi 1999), "Piccola cara. Lettere alle allieve" di Simone Weil (Marietti 1998) e "La vita di Simone Weil" di Simone Pétrement (Adelphi 1994).

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