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 Eudemonica 
            è nato pensando agli autori che abbiamo incontrato nei lavori 
            precedenti. Nessuno di loro aveva scritto specificatamente per il 
            teatro, eppure quegli scritti contenevano ciò che per noi è 
            il teatro. Non ci siamo arresi di fronte al desiderio di utilizzarli 
            direttamente nel nostro lavoro. Abbiamo preferito farci fecondare 
            da loro in attesa di trovare una lingua efficace che supportasse la 
            loro forza. Questa lingua non c’era perché non c’erano 
            più i discorsi, allora occorreva rifondare i discorsi.
 Per far questo dobbiamo spazzare via tutto e, prima di tutto, la personalità, 
            la biografia, la narrazione, il prima. Ripartire dal vuoto, dalla 
            grammatica, dalla sintassi e dalla morfologia.
 Con la rappresentazione Eudemonica si 
            conclude un progetto triennale costituito da tre tappe che abbiamo 
            chiamato Stratagemmi.
 Ogni tappa ha richiesto la nostra permanenza per lungo tempo nelle 
            città che hanno ospitato il progetto: Bologna, Palermo e Plovdiv 
            (Bulgaria). La scelta di lavorare in Bulgaria è riconducibile 
            a un percorso che da anni ci ha portato in contatto con i paesi dell’area 
            balcanica, la parte palermitana risente invece delle suggestioni della 
            città che in modo esplicito ci conducevano verso i demoni buoni 
            delle feste popolari.
 Gli Stratagemmi sono un itinerario volto all’acquisizione dell’agio 
            interiore e costituiscono vere e proprie strategie che mirano all’accoglienza 
            della serenità d’animo, così come è concepita 
            Schopenhauer nella tredicesima massima 
            dell’ Arte di essere felici.
 Ma per dar sostanza al desiderio di vivere con un demone buono occorreva 
            innanzi tutto sottrarsi ai linguaggi costituiti, ripartire da zero, 
            rifondare il linguaggio e al contempo ritrarsi e attraverso la disciplina 
            acconsentire a quello stato di vuoto che libera dalle illusioni e 
            lascia affiorare la vera realtà. La nostra ricerca della felicità 
            interseca così le teorie dell’attore e regista Louis 
            Jouvet e la sua lettura degli scritti di Simone 
            Weil, la pensatrice che seppe coniugare attenzione e vuoto 
            in una “filosofia in atto e pratica”e l’opera dello 
            scrittore Jordan Radickov che abbiamo 
            accolto perché portatore attraverso i suoi racconti solo apparentemente 
            ingenui di una cultura in cui la quotidianità assume forme 
            inaspettate: i suoi passerotti forano l’uovo 
            del mondo.
 
 EUDEMONICA presenta 
            gli stratagemmi in questo ordine:
 
 Stratagemma 
            n.2 viene completamente realizzato ai Cantieri Culturali 
            alla Zisa di Palermo nel 1999 con attori del luogo. La ricerca sullo 
            stato di vuoto indicata da Luois Jouvet 
            viene ampliata grazie all’incontro con l’opera di Simone 
            Weil.
 Stratagemma 
            n.3 elaborato in Bulgaria nei mesi di ottobre e novembre 
            2000, grazie alla coproduzione con il State Drama Theatre di Plovdiv 
            con attori del teatro statale di Plovdiv, a partire dal testo Noi 
            passerotti di Jordan Radickov.
 A fare da ponte tra il secondo Stratagemma e il primo è una 
            sospensione materializzata in un corpo che mette in relazione l’alto 
            e il basso e sposta anche in senso fisico la prospettiva traducendo 
            la ricerca in “stato di bellezza”.
 Lo Stratagemma 
            n.1 debutta a Bologna nel 1998 e coinvolge solo il nucleo 
            essenziale di Laminarie. Lo scopo di questa prima fase è quello 
            di indagare sulla “necessità dello stato di vuoto” 
            indicataci da Luois Jouvet e riguarda 
            la possibilità di un attore solo di trattenere in sé 
            l’attenzione.
 
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