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 "Laminarie 
            costruiscono uno spettacolo di grande impatto visivo: al centro sono 
            due figure identiche e opposte una completamente dipinta di blu e 
            l’altra di rosso. L’idea è quella del sistema arterioso 
            e venose - confida il regista – che sembrano transfughi beckettiani 
            per quelle espressioni stralunate e fuori del tempo; che evocano sia 
            l’eccesso cromatico della coppia Gilbert & George che le 
            installazioni di Pistoletto. Loro compiono piccoli gesti, spostano 
            oggetti quotidiani come pentole o coperchi, che per un gioco di calamite 
            si muovono, animati di vita propria, lungo una scena a forma di ferro 
            di cavallo.
 Lo spettacolo che, come in tutte le compagnie di teatro sperimentale, 
            non è una pura trasposizione dell’opera letteraria, propone 
            allo spettatore di perdersi nella visone di realtà del tutto 
            inverosimili, a volte fantastiche, e che appartengono al piano dei 
            ricordi, degli incubi o delle metafore, piuttosto che a quello naturalistico. 
            L’attore, non è lì per raccontare una parte, ma 
            per riassumere nella sua fisicità il movimento e la parola. 
            Le figure innescano continui disturbi, facendo agire come un personaggio 
            quella che nel testo è una presenza muta: la Forza."
 
  Paolo Ruffini – Avvenimenti
 
 "Poema della forza è un allestimento di grande energia 
            visiva. Prometeo, prigioniero di un involucro metallico, compare e 
            scompare dal fondo di una piccola scena semicircolare rossa. Dentro 
            questa scena arena, un attore vestito di nero compie gesti emblematici: 
            fa combattere le dita, manipola sbarrette di ferro e calamite attaccate 
            ovunque, alle mani, a terra, alle pareti. E’ la Forza ciò 
            che. di Prometeo non è incatenabile e che ha il potere di attrarre 
            a sé alcune cose e di respingerne altre, ben al sopra della 
            debole volontà umana. Lo schiavo no è Prometeo dunque 
            (la usa è una condizione temporanea), ma l’uomo che sembra 
            dominare ciò che lo circonda e in realtà ne è 
            dominato. Il che lo rende spesso tragico, talvolta comico. La Forza 
            sopraffa l’uomo facendogli tremare le vene dei polsi (quando 
            non fa tremare il pensiero) e Poema della forza mostra tale impotenza. 
            Attrazioni e rifiuti, elevazioni e precipizi si susseguono senza che 
            l’uomo possa fare granché, ma su questo tema il gruppo 
            Laminarie solleva la propria ala, l’ironia."
 
  Cristina Gualandi – Hystrio
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